La canzone, anzi l’opera “Deacon Blues” degli Steely Dan, rimane un punto di riferimento per i musicisti che intendono raggiungere un elevato livello musicale.

Questo grandioso brano, traccia n.3 dell’album “Aja” del 1977, è trai i più amati dai musicisti di tutto il mondo. Talmente amato, da essere diventato il nome di un gruppo rock scozzese, formatosi qualche anno dopo la pubblicazione dell’album da parte degli Steely Dan.

La genesi di Deacon Blues ha il sapore di una leggenda, tante sono state le interpretazioni e le ipotesi formulate per spiegarne il significato. Non ci sono tesi inappuntabili su  cosa volessero dire i due autori, Donald Fagen e Walter Becker.

Fermiamoci allora solo all’aspetto musicale, che più ci interessa, tralasciando il testo, e cerchiamo soprattutto di capire perché questo pezzo è così amato.

Inizio del brano: dieci accordi in successione, suonati contemporaneamente e in modo diverso, da piano e chitarra, accompagnati da un delicato suono di piattini suonati da una batteria in stile jazz.

Ancora, un basso per dare profondità e poi, improvvisa, inaspettata, dolce e graffiante arriva la voce di Donald Fagen “This is the day of the expanding man.. ” Che immensa delizia! E siamo appena a 20 secondi della canzone.

“No, vi prego, anzi vi scongiuro, non proseguite dico, fermatevi qui! Il mio cuore non può resistere oltre a tale bellezza.”

E’inutile il mio grido, gli Stely Dan vanno avanti, sono decisi a massacrarmi di dolcezza.

La canzone continua con un sound apparentemente monotono, base ritmica sostenuta da fiati, di una tale profondità, che d’improvviso ci si sente trascinati a tremila metri sotto il livello del mare.

Intanto avanza, struggente come non mai, la voce di Fagen, per due strofe, fino ad esplodere con un immenso refrain. Qui, il suo canto viene sostenuto da un coro, dal quale, però, emerge inconfondibile. Per due volte si ripete questo, poi ingresso di un assolo di sax, che rimane ancora memorabile nella storia della musica pop. Il brano poi si chiude sfumando con grande stile.

Insomma, veramente una grande opera, questa “Deacon Blues”!

 

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