Ivan Graziani e Firenze (canzone triste)
Ivan Graziani, con le parole “Firenze lo sai, non è servita a cambiarla la cosa che ha amato di più…”, esordisce nella sua canzone più famosa.
Un cantautore del quale, negli ultimi tempi, si sente parlare pochissimo o forse niente.
Eppure, se abbiamo la pazienza di leggere il testo o ascoltare qualche sua canzone, soprattutto quelle meno note, ci rendiamo conto dell’enorme patrimonio da scoprire o riscoprire di questo artista che, a mio avviso, non ha avuto il riscontro che avrebbe meritato per le sue qualità.
Per un altro sguardo sulla grandezza dei cantautori italiani, puoi leggere anche il mio articolo dedicato a Lucio Battisti – Una donna per amico.
Ivan Graziani – Un patrimonio poco conosciuto
Nella sua relativamente breve carriera artistica ha pubblicato 16 album, insieme a raccolte, live e singoli. Ma di questo mare di materiale oggi si conosce pochissimo.
La cosa che mi ha sempre colpito di più di Ivan Graziani è la grinta dei suoi concerti, nascosta sotto un atteggiamento apparentemente remissivo e da una voce acuta e sottile, mai sconfinante nel falsetto, ma decisamente originale per un cantautore rock.
Ivan Graziani – Ironia e linguaggio fuori dagli schemi
Il linguaggio dei suoi testi era ardito e originale, a tratti fuori dalle righe, ma mai convenzionalmente volgare.
La sottile e deliziosa ironia era un tratto distintivo.
Mi viene in mente il famoso “fottuti di malinconia e di lei” della stessa Firenze. Immaginiamo la scena di questi due studenti pazzamente invaghiti della ragazza, e la loro faccia nello scoprire la sua partenza.
E ancora, la frase iniziale “La cosa che ha amato di più è stata l’aria”: non si avverte subito quell’ironia sottile di cui parlavo? Questa lei, tanto desiderata e amata, in realtà preferisce l’aria di Firenze alle loro attenzioni.
Un’eredità da riscoprire
L’indagine potrebbe continuare con tanti altri testi, ma credo che con questo esempio sia chiaro il valore dell’opera di Graziani.
In genere, ogni persona dopo la morte lascia un bel ricordo della sua presenza. In questo caso, oltre al ricordo, troviamo un’incredibile ricchezza da riscoprire e da valorizzare.
Ascoltando Ivan Graziani ho sempre percepito quella capacità rara di unire ironia, grinta e riflessione, senza mai cadere nella banalità.
Nel mio brano La speranza è l’ultima, con il suo arrangiamento ritmico rock, ho cercato di esprimere qualcosa di simile: raccontare la fatica e le contraddizioni del nostro tempo, ma anche la possibilità che la speranza abbia ancora un senso.
La grandezza di Ivan resta inarrivabile, e a volte la musica può parlare anche delle verità più scomode con sincerità e passione.
Grazie mille, Ivan!
Ottima disanima caro Massimo! E’ un piacere leggerti. Imparo sempre qlc. di nuovo sul significato autentico di tanti brani che talvolta ascolto distrattamente, attirato solo da una melodia piacevole e orecchiabile. Continua così!
…aggiungo che Ivan Graziani è uno dei miei artisti preferiti!
Come dimenticare “Maledette malelingue” (attualissima…), la struggente “Lugano addio”, la dolcissima “Agnese”! Un grande!!
Ciao Carmine e grazie per l’attenzione con la quale segui il blog. A volte vale veramente la pena leggere tra le note, il messaggio che l’autore intende comunicare. Ivan Graziani non ha mai scritto tanto per…Grazie nuovamente