Firenze lo sai, non è servita a cambiarla la cosa che ha amato di più…

Con queste parole esordisce la canzone più famosa di Ivan Graziani, un cantautore del quale, negli ultimi tempi,  si sente parlare pochissimo o forse niente.

Eppure se abbiamo la pazienza di leggere il testo o ascoltare qualche sua canzone,  in particolare quelle meno note, ci rendiamo  immediatamente conto che è enorme il patrimonio da scoprire  o riscoprire di questo compianto cantautore, che a mio avviso, non ha avuto il riscontro che avrebbe meritato per le notevoli qualità artistiche.

Nella sua relativamente breve carriera artistica ha pubblicato n.16 album, insieme a numerose raccolte,  live e singoli. Ma di questo mare di materiale si conosce pochissimo.

La cosa che mi ha sempre colpito di più di Ivan Graziani, è la grinta che esprimeva in occasione dei concerti, nascosta sotto un atteggiamento apparentemente remissivo e da una voce acuta e sottile, mai sconfinante nel falsetto, ma  sicuramente anomala per un cantautore rock.

Il linguaggio poi dei testi era assolutamente ardito e originale, a tratti fuori dalle righe,  ma mai  convenzionalmente volgare.

La sottile e deliziosa ironia poi, era il condimento costante di tutti i suoi testi.

Mi viene in mente in questo momento il famoso “fottuti di malinconia e di lei“, che fa parte della canzone anzidetta. Immaginiamo la scena di questi due studenti, pazzamente invaghiti della ragazza di cui si parla nella canzone; e soprattutto pensiamo alla loro faccia nello scoprire la sua partenza. Ed infine,  fissiamo l’attenzione nella medesima canzone alla frase iniziale  :” La cosa che ha amato di più è stata l’aria”. Non si avverte da subito la sottile ironia di cui parlavo innanzi? Questa lei, tanto desiderata e amata dai due, in realtà preferisce l’aria di Firenze alle loro attenzioni.

L’indagine potrebbe continuare ancora  analizzando tanti altri testi, ma con questo esempio  credo di aver trasmesso l’intento che mi prefiggevo.

In genere, ogni persona dopo la morte, lascia un bel ricordo della sua presenza. In questo caso invece, oltre al bellissimo ricordo, troviamo un’incredibile ricchezza da riscoprire, come dicevo prima, e da valorizzare.

Grazie mille Ivan!

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