In età adolescenziale, quando iniziai a strimpellare le prime note musicali,  nutrivo una grande diffidenza nei confronti della musica classica. Essa appariva alla mia immaginazione come un’enorme barriera invalicabile, un linguaggio  incomprensibile.

Per diversi anni ho rinunciato in modo assoluto a qualunque tipo di sforzo mentale per comprenderla, anche se un tentativo timido di avvicinamento è avvenuto dopo i vent’anni, quando,  in compagnia di amici appassionati , per non apparire incompetente, mi mostravo interessato ad alcune proposte di ascolto di musica classica o lirica. Più tardi poi, quando intrapresi lo studio del pianoforte, feci un passo ulteriore verso la conoscenza della musica classica.

Ma un giorno non lontano, accadde qualcosa che mi ha segnato profondamente!

Ritrovai in auto una vecchia audiocassetta  di Mozart, regalatami da un  amico qualche anno prima  e, introducendola nel lettore, rimasi  letteralmente catturato da una nota di una dolcezza sublime, che rapì  la mia attenzione  fino alla fine del viaggio.  Successivamente scoprii  che quella  è la nota introduttiva del terzo movimento della SERENATA PER FIATI “GRAN PARTITA”, K361, che vi invito a gustare  adagiati sul divano al termine di una giornata faticosa.

Fu  quello il momento del passaggio dall’indifferenza alla passione per la classica. Inseguendo quella nota fui gradualmente trasportato sempre più dentro, fino al punto da non poter più fare a meno di dedicarmi all’ascolto,  almeno per mezz’ora al giorno, delle opere di musica classica, in particolare  quelle di Mozart.

Cosa dire di Mozart che non è stato già detto da mille altre persone? E’ difficile, ma ci provo ugualmente! Eh si, perché in fondo un genio e la sua opera  appartengono a chi sente vibrare le corde del cuore all’ascolto della musica  e,  ascoltando quella di Mozart, le corde vibrano ripetutamente.

In questo momento mi viene in mente  la frenetica irruenza dell’Ouverture delle Nozze di Figaro, che sancisce l’incredibile cambiamento operato da Mozart  nell’opera lirica, passando da uno stanco classicismo ad un più vivo realismo, dove i personaggi  protagonisti non appartengono più al mondo classico, ma sono tratti dalla normalità della vita quotidiana.

Al termine di questa galoppata, dove la musica segue un ritmo vertiginoso, si ha bisogno di un momento di ristoro, per questo adagiamo il nostro essere  sfinito sulle note del secondo movimento del CONCERTO PER PIANOFORTE N.21, K467, anelando ad uno stato di serenità. 

Se poi  continuassimo questo viaggio tra le perle di Mozart,  ci fermeremmo ad ascoltare  il primo movimento tratto dalla Sinfonia n.40, K550,  dove, fin dall’inizio, si avverte quel carattere di irrequietezza che, di quando in quando, lascia il posto a toni più tenui  e rassicuranti.

Per terminare, non possiamo fare a meno di ricordare il Requiem, K.626, opera rimasta incompiuta, dove la musica si innalza come eterna preghiera di lode a Dio per la sua infinita misericordia.