Aja: la canzone jazz senza tempo degli Steely Dan
Aja: un capolavoro del 1977
Aja, brano dell’omonimo album degli Steely Dan, è una canzone jazz che assume le sembianze di un brano pop.
Uscito nel 1977, il disco ha compiuto ormai più di quarant’anni, ma resta sorprendentemente attuale.
Se lo ascoltiamo oggi, senza conoscerne la provenienza, difficilmente diremmo che appartiene a un’epoca così lontana.
L’album, quasi sconosciuto in Italia, ebbe un enorme successo in America, con oltre cinque milioni di copie vendute.
La magia di Aja e dell’album Steely Dan
Aja è un disco che personalmente acquisterei non una, ma mille volte.
La qualità del brano e dell’intero album degli Steely Dan è straordinaria, un intreccio raffinato di armonie jazz immerse in un contesto pop.
Sono brani per palati fini, che richiedono una certa educazione all’ascolto.
Ma la bellezza è proprio qui: nella vita, i risultati migliori si raggiungono con l’allenamento, e ascoltare questa musica è un piacere che si riassapora ogni giorno.
L’arrangiamento perfetto e la batteria di Steve Gadd
L’introduzione al pianoforte di Aja è da brividi, capace di trasportarti in luoghi inesplorati e senza tempo.
Segue la voce di Donald Fagen con una melodia che entra subito in profondità, fino alla graduale esplosione ritmica sorretta dal leggendario batterista Steve Gadd.
Ogni colpo di percussione è fuoco che ti risucchia in questo vortice musicale: più di tre minuti di groove e stacchi intensi, delizia per le orecchie.
In altri brani una batteria così vicina e ridondante potrebbe sembrare eccessiva, qui invece siamo davvero in paradiso.
Una canzone che non vorremmo finisse mai
Nella seconda parte, la canzone si apre con leggerezza, fino al rush finale: otto minuti di sound incredibile.
Steve Gadd, instancabile, sembra davvero un pugile che cerca il colpo del K.O., guidato dai “capitani” Donald Fagen e Walter Becker.
Peccato che il brano duri “solo” otto minuti.
Perché canzoni come Aja non dovrebbero mai finire.
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Un confronto ispiratore
Naturalmente gli Steely Dan restano dei giganti della musica mondiale, con un sound raffinato e inarrivabile.
Io, da cantautore indipendente, posso solo lasciarmi ispirare dalla loro ricerca musicale e dalla loro capacità di fondere jazz e pop.
Nel mio piccolo, con l’album Sogni e Canzoni, ho cercato di raccontare emozioni e vissuti personali attraverso intrecci di melodie e parole.
È un percorso diverso, fatto di indipendenza e autenticità, ma sempre guidato dalla stessa passione per la musica vera.
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