Lucio Battisti Una donna per amico: la mia riscoperta

Riascoltando il disco di Lucio Battisti Una donna per amico, a distanza di più di trent’anni, mi attraversa una profonda sensazione di stupore!

Nel 1978 infatti, anno di uscita di questo album, avevo solo sedici anni e i miei interessi erano ben altri, non certo quelli di ascoltare attentamente il lavoro di Battisti.

Uno dei pochi ricordi che ho al riguardo è il primato nella classifica delle hit parade: 65 settimane in vetta, un record assoluto per un suo disco.

Adesso, a distanza di tanto tempo, non finisco di stupirmi per la grande qualità del lavoro svolto da Battisti.

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Otto brani e una direzione magistrale

Otto brani completamente diversi l’uno dall’altro per l’utilizzo dei suoni, ma con un’unica matrice comune: la magistrale direzione del maestro Geoff Westley.

Il maestro è supportato dai suoi magnifici “moschettieri del suono”:

  • Gerry Conway (batteria, percussioni)

  • Paul Westwood (basso)

  • Pip Williams (chitarre)

  • lo stesso Geoff Westley a tastiere, cori e sintetizzatore Fender.

Infine, la partecipazione straordinaria di Derek Grossmith (sax alto) nel brano Prendila così, che apre il disco.

Difficile ritrovare anche oggi un livello qualitativo così alto.

Lucio Battisti Una donna per amico – Canzoni che emozionano ancora

  • La canzone Nessun dolore spicca per il suo ritmo incalzante e per quel particolare acuto di Battisti alla fine del ritornello.

  • In Perché no, tra le strofe, si avverte l’esperienza di una relazione d’amore scanzonata che non vuole crescere.

  • Da evidenziare anche il singolare coro del brano Aver paura di innamorarsi troppo.

Ritornando infine a Prendila così, dal minuto 5:54 al minuto 6:09, nella sinfonia di archi e fiati si percepisce una sensazione di leggerezza che ti avvolge e ti spinge in alto fino a sfiorare il cielo con il corpo.

Un album che ancora oggi riesce a emozionare, ricco di esperimenti musicali che rivelano la genialità di Battisti.

Una riscoperta personale

Che bella riscoperta dopo più di trent’anni!

Un disco che mi sorprende ancora, come se il tempo non fosse passato.

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